I Giardini Peripato rappresentano un polmone verde nel cuore di Taranto, affacciato su Piazza Kennedy e delimitato da via Pitagora e via Viola. Il progetto nasce con l’obiettivo di restituire nuova vitalità a questo spazio pubblico in vista dei Giochi del Mediterraneo 2026, valorizzandone il potenziale come luogo di aggregazione, sport e cultura. Gli interventi proposti non si limitano alla manutenzione ordinaria, ma delineano una visione complessiva di rigenerazione urbana capace di integrare funzioni contemporanee nel rispetto della memoria del luogo.

L’area dell’ex piscina – ormai in disuso da decenni – è stata trasformata in un playground sportivo immerso nel paesaggio del parco. Due campi da street basket 3×3, conformi ai regolamenti FIBA, sono stati realizzati con pavimentazioni dai colori che richiamano la vegetazione e la terra. Tribune leggere, sedute per le squadre e un piccolo deposito tecnico completano l’intervento, pensato per essere facilmente accessibile, integrato con i percorsi del giardino e utilizzabile anche al di fuori degli eventi sportivi.

Sul fronte di viale Kennedy, i locali degli ex bagni pubblici vengono riconvertiti per ospitare un blocco servizi e un nuovo infopoint di accesso al giardino. Il progetto lavora per sottrazione e leggerezza: un piccolo padiglione vetrato, allineato alle partiture murarie esistenti, accoglie un ascensore che collega la quota stradale con quella del parco, garantendo piena accessibilità. L’intervento dialoga con il contesto storico senza mimetismi, attraverso una struttura trasparente e minimale che si affaccia sul verde.

Il fronte monumentale dei Giardini Peripato che si affaccia su Piazza Kennedy sarà interessato da un intervento di restauro volto a recuperare la qualità materica e figurativa dell’opera. Le superfici in pietra calcarea, oggi coperte da finiture non coerenti, saranno riportate alla loro originaria leggibilità attraverso operazioni di descialbo, pulitura e consolidamento. Il restauro coinvolge anche gli elementi decorativi delle balaustre, i vasi in conglomerato e i candelabri in ghisa, con l’obiettivo di restituire integrità e valore a uno dei punti di accesso più rappresentativi del parco, oggi compromesso da stratificazioni incongrue e fenomeni di degrado avanzato.